L’approccio farmacologico1
La chemioterapia
A seguito dell’intervento chirurgico è quasi sempre necessario ricorrere alla chemioterapia che ha lo scopo di:
- Portare alla completa guarigione della paziente,
- Ritardare o diminuire la possibilità di recidive.
L’utilizzo di farmaci antitumorali hanno lo scopo di eliminare le cellule che hanno un elevato tasso di proliferazione che caratterizzano i tumori.
Il classico schema chemioterapico prevede l’alternanza di cicli terapeutici (periodi in cui viene somministrato il medicinale) e momenti di pausa per diminuire gli eventuali effetti collaterali (nausea, vomito, perdita dei capelli, astenia).
Terapie mirate1
Recentemente l’approccio farmacologico si è arricchito di farmaci che, integrati con la chemioterapia, possono migliorare la prognosi della patologia: inibitori di VEGF e PARP inibitori.
INIBITORI DI VEGF
Sono anticorpi monoclonali che grazie alla loro azione bloccano la formazione di nuovi vasi sanguigni di approvvigionamento per il tumore stesso, diminuendone di conseguenza l’accrescimento. Per questo vengono utilizzati come terapia di mantenimento dopo l’intervento chirurgico e anche nel trattamento delle recidive.
PARP INIBITORI
Questa classe terapeutica è caratterizzata dalla capacità di inibire delle specifiche proteine, i PARP (Poli ADP-ribosio polimerasi), che hanno impatto nella genesi tumorale.
Per questo sono attualmente utilizzati nel trattamento delle recidive del tumore ovarico, dove hanno dimostrato un grado di efficacia notevole, soprattutto nelle pazienti che presentavano mutazioni di BRCA.